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INTERVISTA SULLO SVILUPPO ECONOMICO LOCALE A DINO NICOLIA

Aggiornamento: 3 mag 2022


-Ciao Dino, prima di cominciare volevo ringraziarti per la disponibilità nel rispondere a queste domande per il giornalino del Liceo. Il tema che vorrei affrontare con te è lo sviluppo economico locale, ti chiedo, da persona originaria di Viggiano e residente a Bruxelles, secondo te quali sono gli aspetti negativi e positivi di avere un indotto petrolifero sotto i nostri occhi? -Ciao Matteo, mi fa molto piacere rispondere alle tue domande. Innanzitutto perché anch’io ho frequentato il Liceo e ne conservo un bellissimo ricordo e, in secondo luogo, perché hai sollevato tematiche di grande interesse. Questione petrolio. Gli aspetti negativi e positivi? Sicuramente tra gli aspetti negativi, l’esperienza ha mostrato che ci sono problematiche legate alla tutela della salute e alla protezione dell’ambiente. Altri problemi sono emersi rispetto all’agricoltura e alle difficoltà riscontrate dalle aziende agricole dell’area petrolifera nella coltivazione e nella commercializzazione dei loro prodotti. Penso ai prodotti ortofrutticoli, ma anche a quelli ad alto valore aggiunto come il vino e l’olio. Gli aspetti positivi sono legati alle ricadute occupazionali nel comune di Viggiano ma non solo. Al riguardo si potrebbe fare molto di più. - Come seconda domanda volevo chiederti quali aspetti vorresti migliorare della nostra micro-economia, guardando a un futuro in cui non potremo più usufruire delle risorse petrolifere? -Sì, ci sarà prima o poi un futuro senza petrolio e noi dobbiamo prepararci. L’Europa, anche in seguito al conflitto tra la Russia e l’Ucraina, ha confermato di voler puntare sulla transizione ecologica. Pertanto, il futuro sarà dato dalle energie rinnovabili e dall’idrogeno. La nostra regione si deve preparare meglio di come sta facendo finora per migliorare diversi aspetti, dall’industria all’agricoltura, dai servizi alle infrastrutture. - Come ultima domanda ti chiedo, essendo tu un funzionario presso la Commissione Europea a Bruxelles, pensi che l'Unione Europea stia facendo abbastanza per dare sostegno allo sviluppo economico del Sud Italia, e, più precisamente, della Basilicata? -Penso che l’Unione Europea abbia fatto molto per le zone svantaggiate dell’Europa, compreso il Mezzogiorno italiano e la Basilicata. Diverse risorse sono state messe a disposizione nel corso di questi anni, a partire dai cosiddetti fondi strutturali, ma non solo. Non sempre queste risorse sono state sfruttate adeguatamente. Molto è dipeso dalla classe politica meridionale, spesso incompetente e confusionaria. Sono stato dati finanziamenti a pioggia, a volte anche a chi non ne aveva bisogno, piuttosto che concentrarsi su progetti seri e di ampio respiro. Ultimamente l’Unione Europea ha messo a disposizione degli Stati membri tante risorse aggiuntive attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). L’Italia è il Paese che ne ha ricevute più di tutti. Il Mezzogiorno dovrebbe approfittarne per compiere un importante passo in avanti nel suo sviluppo economico e sociale. Temo, però, che non ci possa riuscire. Perché? Per gli stessi motivi che ho menzionato prima. Staremo a vedere e, intanto, incrociamo le dita. Un ringraziamento particolare va nuovamente a Dino Nicolia per la sua cortese disponibilità nel rispondere alle domande.


Matteo Moscogiuri

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