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GUERRA,TRA IPOCRISIA E UMANITA'

Aggiornamento: 3 mag 2022

24 febbraio, il giorno in cui Putin ha deciso di cambiare il corso della storia con la dichiarazione di guerra all’Ucraina; ma la data ufficiosa risale a ben prima.



Putin infatti ripete spesso che russi e ucraini sono lo stesso popolo. Ma il suo scopo primario è di mantenere l'Ucraina sotto libertà vigilata di Mosca, mentre la maggioranza degli ucraini guarda al modello dell'Europa occidentale.


Ai primi anni del 2014, la rivolta di piazza Maidan ha portato alla cacciata del presidente filorusso Viktor Yanukovych, sottraendo il governo di Kiev all'influenza diretta di Mosca. Putin ha reagito con l'invasione e l'annessione della Crimea nel febbraio dello stesso anno e ha poi alimentato una rivolta armata separatista nella regione di confine del Donbass, dove i ribelli filorussi hanno proclamato due repubbliche autonome a Donetsk e Lugansk. Il conflitto in questa regione è già costato almeno 14mila morti e ancora non è risolto.


Negli anni in cui ci ha già pensato una pandemia a flagellare le maggiori potenze mondiali, l’inizio di una guerra ha ulteriormente danneggiato l’economia di queste ultime, con evidenti ripercussioni sulla popolazione. In un conflitto che sta assumendo sempre di più le forme di una “guerra mondiale”, si stanno scatenando numerosi dibattiti tra le masse dell’occidente sulla ricerca di un colpevole, al fine di giustificare l’inizio di un conflitto che non dà ragione a nessuna delle parti. Con un’analisi poco approfondita indubbiamente la colpa ricadrebbe sul dittatore russo Putin, ma è davvero con questa superficialità che si vuole giudicare il principio di una guerra?


70 stati coinvolti, 9 europei, 16 asiatici, 6 americani, 7 in medio-oriente e 27 tra i gruppi terroristici e 29 in terre Africane. In Africa in ben 9 stati è presente sul territorio l’influenza del Pentagono, il che vale a dire che in Libia, Somalia, Mauritania, Kenya, Niger, Camerun, Mali, Tunisia e Ciad si combattono guerre dettate dal paese “portatore di pace”.

Grazie a questi dati è possibile comprendere e riscontrare quanto l’ipocrisia sia un male che regna sovrano all’interno della cultura occidentale. Differenziare immigrati in virtù delle analogie e delle differenze basandosi su criteri di vicinanza culturale, etnica e fisica è un atteggiamento conveniente, perbenista e ipocrita.


Sull’altra faccia della stessa medaglia, che è il vecchio continente, si ammira il comportamento e l’umanità della popolazione, che comprende e soccorre il martoriato. Immagini di uomini che aiutano altri uomini, dopo la perdita del lavoro, della casa o ancor di più di un amico, un conoscente, un figlio.

Sono passati per la Polonia più di 4 milioni di rifugiati ucraini, la metà di questi si trova in giro per l’Europa a cercare un asilo, l’altra metà è rimasta nella stessa Polonia con la speranza di ritornare al più presto alla propria casa, anche se con grande probabilità distrutta dalle bombe, le bombe di una guerra in cui chi governa resta spettatore passivo davanti alle disgrazie ricevute da un popolo inerme, destinato a incassare i colpi folli delle armi dei potenti.


 

“Quando i ricchi fanno la guerra sono i poveri che muoiono”

Jean Paul Sartre


Angelo Corbisieri e Giuseppe Sassano



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