Il limite: ostacolo o opportunità?
- Liceo Marsico-viggiano
- 27 mag 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 30 mag 2023

I romani definivano “limiti” le pietre che segnano i confini. Sacre ed inviolabili, non possono essere rimosse se non con un delitto. La consapevolezza dei propri limiti significa riconoscere di essere destinati a non eccedere, a vivere con rigore e a tollerare la frustrazione e la perdita che ne conseguono. Voler superare sé stessi e i propri confini personali è una lotta sempre viva e costante, è una colpa di cui l’essere umano si rende reo sin dalla notte dei tempi. La sfida, la tensione, l’entusiasmo e la passione animano l’uomo a voler scoprire di più, a non fermarsi nella propria zona di conforto, controllo e sicurezza. Italo Svevo nel suo saggio “La corruzione dell’anima” scrisse dell’uomo come un animale disgraziatissimo, che convive costantemente con il malcontento di una vita misera ed infelice. Questo lo spinge ad andare avanti e lo induce a cercare nel futuro qualcosa di migliore del presente. Il progresso umano non è il frutto della volontà umana, bensì di una serie di tentativi compiuti alla cieca. Dopo il primo esito favorevole il progresso continua e, senza possibilità di altre soluzioni, non si arresta. La scienza, espressione più alta dell’anima malcontenta, prepara ordigni e crea il loro bisogno. Le direzioni del progresso sono varie ed eterogenee, sono esplicite espressioni del superamento del limite. Ma quando il limite diventa davvero opportunità? Quando sopraggiunge la crisi (dal greco κρίσις "giudizio, decisione"). Viviamo nell’epoca della “Permacrisi” (permanent crisis) , come scritto da Alessandro D’Avenia nel primo articolo del 2023 per la rubrica “Ultimo Banco”. La crisi era per i greci il culmine di una malattia e avrebbe potuto portare alla morte o alla guarigione. La crisi può e deve essere salutare, un’opportunità, forse l’unica, che abbiamo per superare noi stessi e i nostri limiti. La Gen Z ( generazione che va dal 1997 al 2012) è una generazione che negli ultimi anni ha registrato un tasso molto alto di disagio psicologico. Ansia da prestazione, ansia generalizzata, depressione, disturbo da panico e dell’umore: è questa l’espressione più alta di una crisi e di un disagio generalizzato che limita i giovani nel sognare, avere ambizioni, studiare, lavorare, avere hobby e coltivare sé stessi. Già nel 1955 lo psicologo Albert Ellis aveva compreso che le varie forme di disagio psicologico possono essere conseguenza di convinzioni limitanti, spesso distorte e irrazionali, con le quali s’interpretano gli eventi. Le convinzioni limitanti sono un insieme di pensieri ed idee che ci bloccano e che limitano le nostre azioni. Queste convinzioni riducono visibilmente le nostre conoscenze e le nostre esperienze. Oppressi dalla paura della trasgressione della convenzione, del superamento del limite, spesso, ci abbandoniamo in balìa degli eventi ed accettiamo, inermi, che siano le regole di riferimento generali a scegliere per noi. Per prendere in mano la propria vita bisognerebbe imparare a lasciarsi guidare dai sensi e dall’immaginazione e a fidarsi di loro. Per Giacomo Leopardi ogni limite era una sfida. Per oltrepassarlo era necessario conoscere sé stessi, giorno per giorno, lungo il sentiero della vita, sperimentando continuamente l’ardire di dare il meglio di sé. Consci del nostro limite di essere umani, e non di persone, saremo noi stessi ad aprirci con il nostro sguardo all’immensità dell’infinito. La nostra siepe interiore incontrerà, finalmente , la gioia di vivere appieno ed intensamente tutto ciò che la vita ci riserverà. La travolgente corsa verso questo infinito ci aprirà alla quiete e alla completezza.
“...E di quelli che s’inoltrano nell’isola per apprendere e sapere, non tutti entrano, c’è chi resta sul limitare. Entrate dunque. Non rimanete sul limitare.” ( Giovanni Pascoli)
Filomena Rocco e Alice Dalessandri
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