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MUSICOTERAPIA

  • Immagine del redattore: Liceo Marsico-viggiano
    Liceo Marsico-viggiano
  • 27 mag 2023
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 30 mag 2023


Hai mai sentito l’espressione “canta che ti passa” ?

In questo articolo ti spiegheremo il fondamento scientifico di questo modo di dire.

Parliamo a tal proposito di musicoterapia.


Cos’è la musicoterapia?

È una disciplina basata sull'uso della musica come strumento educativo, riabilitativo o terapeutico. Prevede l’ascolto (musicoterapia recettiva)o la produzione (musicoterapia attiva) di musica, sfruttandone i piacevoli effetti stimolanti.


Come funziona? Dove si applica?

Come ci spiegano gli esperti della Federazione Mondiale di Musicoterapia, prevede l’uso di musica e di elementi musicali, quali suono, ritmo, melodia e armonia da parte di uno specialista qualificato, al fine: di migliorare l'umore, riducendo anche i sintomi della schizofrenia e controllando gli stati di agitazione associati alle demenze e i disturbi comportamentali; favorire e facilitare la comunicazione, fornendo un mezzo di espressione dei propri sentimenti; migliorare l’apprendimento e l’attenzione nei bambini affetti da iperattività, autismo e sindrome di Down; intervenire sulla motricità facilitando il movimento e la riabilitazione neurologica dopo un ictus.

La musica influisce sul battito cardiaco, sulla respirazione, aiuta a regolare i livelli di alcuni ormoni, in particolare quello dello stress e le endorfine, dette gli ormoni del buon umore, che generano rilassamento.


Quali sono stati i successi della musicoterapia?

Storie che attestastano il potere della musica applicata in terapia sono quella di

Clive Wearing, un musicista inglese che a 45 anni, a causa di un'encefalite provocata dal virus dell'herpes simplex, è stato colpito da amnesia anterograda e retrograda vedendo ridurre notevolmente la sua capacità mnemonica. Nel suo caso è applicata la musicoterapia attiva, il pianista, sedutosi di fronte allo strumento, riprende contatto con la sua memoria e le sue abilità di strumentista, cantante e direttore d’orchestra.

E quella di un paziente di Sarah Johnson, docente universitaria della disciplina, di nome George, sottoposto a sessioni di musicoterapia condotte al suono di cetra. Il paziente seguiva il ritmo suonando con le spalle un tamburello tenuto da due assistenti. Dopo quattro anni di esercizi, oggi George è in grado di camminare e guidare la macchina.

Altro punto a favore della terapia è lo studio realizzato dalla Cochrane Collaboration, che studiando pazienti sottoposti a chemioterapia, radioterapia e malati di cancro, attesta come gli effetti di un percorso di questo genere, curato per il singolo e basato sulle sue esperienze e relazioni fondamentali possa effettivamente attenuare dolore, affaticamento e sintomi della depressione.


In conclusione, come diceva il famoso compositore Bach “La musica aiuta a non sentire dentro il silenzio che c’è fuori”.


Elisa Ferrigno, Irene Gargaro e Serafina Pascale

 
 
 

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