top of page

COMBATTERE L'ISTIGAZIONE ALL'ODIO

Aggiornamento: 3 mag 2022

Le tematiche discusse

nel corso della scorsa assemblea studentesca nella sede di Marsico Nuovo del nostro istituto hanno riguardato la comunità LGBTQ+ e il decreto-legge Zan. Al fine di costruire maggiore sensibilità sociale è infatti fondamentale che la corretta informazione in merito all’argomento parta proprio dalla scuola, palestra di vita per eccellenza.


Approvato dalla Camera nel novembre 2020 ma bloccato dal senato nell’ottobre scorso, il DDL Zan - che prende il nome dal suo sostenitore Alessandro Zan - avrebbe comportato un cambiamento della legge Mancino, aggiungendo l’omotransfobia, ma anche la misoginia e l’abilismo (ossia la discriminazione nei confronti delle persone con disabilità), ai moventi di incitamento all’odio che essa già sanziona. La proposta di legge era stata accolta con favore dalla comunità LGBTQ+ italiana, la quale da anni attende senza risposta un provvedimento specifico che ne tuteli la sicurezza e che aggiunga l’Italia agli 11 paesi UE che già possiedono una legislazione in tal senso.


Uno dei punti più controversi del testo di legge è senza dubbio la definizione di identità sessuale, nonché la parte dell’identità determinata da concetti quali il genere o l’orientamento sessuale. L’identità sessuale può essere vissuta in maniera spontanea; tuttavia, spesso a renderla un motivo di conflitto interiore e di disagio psicologico sono le norme sociali, i ruoli di genere, i codici di comportamento, le idee di “mascolinità” e “femminilità” che ci vengono insegnate fin dall’infanzia ma a cui non è scontato voler aderire. L’identità sessuale è infatti una scoperta, mai una scelta. Ad essere una scelta è, piuttosto, la sua accettazione e il modo in cui una persona sceglie di rapportarvisi.

E ad essere una scelta sono le nostre parole e i nostri gesti, che comportano sempre tanta responsabilità.


Una delle critiche mosse al decreto-legge Zan è quella secondo cui esso minerebbe la libertà di pensiero, ma su questo è necessario fare chiarezza: c’è una differenza essenziale tra libera espressione di un pensiero e incitazione all’odio. Sostenere che una legge volta a sanzionare una discriminazione impedisca la libertà di espressione significa voler giustificare la discriminazione stessa. E quello in cui viviamo è un sistema sociale in cui troppo spesso si compiono tentativi di giustificazione di parole o atti d’odio indifendibili e in cui tutto ciò che diverge da un paradigma, da un modello tradizionale di essere umano, troppo spesso incontra difficoltà nel vedersi riconosciuti i propri diritti.

Siamo ancora lontani da una legislazione che tuteli equamente gli individui da ogni tipo di discriminazione e violenza: il parlamento italiano ha deciso di affossare la legge Zan, dimostrando quanto la mentalità della classe politica attuale sia ancora poco matura rispetto a certi temi. È lecito quindi chiedersi perché sia così necessario parlare ancora oggi di questa legge, dopo mesi dal suo blocco in Senato. Il ruolo dei mass media dovrebbe essere quello di evitare che le persone si lascino coinvolgere dagli avvenimenti solo per poco tempo, richiamandole regolarmente alla riflessione e all’impegno. L’esperienza ci insegna che, se si presta ascolto a un certo tipo di narrazione, c’è e ci sarà sempre “ben altro a cui pensare”; eppure le lotte per i diritti non cessano mai di essere urgenze, anche e forse ancora di più nei momenti bui.

Di Marta Malatesta

60 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page