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HOLLYWOOD È UN MONDO SESSISTA?

Aggiornamento: 3 mag 2022


 

Le denunce delle star


Nel mondo del cinema il divario salariale tra sessi è un fenomeno preoccupantemente sottovalutato. A testimoniarne la problematicità è una classifica redatta nel 2014 della rivista statunitense Forbes.




Ciò attesta quanto anche il magico mondo di Hollywood sia segnato dal sessismo, che colpisce persino la rilevanza dei ruoli femminili (alquanto marginali) e il riconoscimento dei loro meriti.

Il gender gap è evidente anche per quanto concerne i finanziamenti; pochi sono, infatti, i progetti di registe donne sostenuti economicamente dalle case di produzione.

Peraltro, il 99% delle volte il premio a miglior regista non va a una donna; addirittura solo il 7% dei 250 film usciti nel 2016 sono stati diretti da donne.

Il numero delle protagoniste femminili dei film campioni di incassi degli ultimi anni è nettamente inferiore rispetto al numero di protagonisti maschili. E chi meglio delle attrici stesse può denunciare questo problema?


Tutto ha avuto inizio quando Sandra Bullock ha concesso un’intervista a E!News, a patto di essere libera di parlare della condizione delle donne all’interno dell’industria cinematografica:

“Mi sembra che sia ricominciata la caccia alle attrici under 30: noi donne veniamo discriminate non per chi siamo, ma per come appariamo alla nostra età”.

È nato, così, l’hashtag #Askhermore, grazie a cui si reclama a tutto il mondo giornalistico di chiedere di più a certe donne.

L’attrice britannica Keira Knightley ha poi dichiarato di voler diventare regista proprio per combattere il maschilismo nel cinema. “Le cose non possono cambiare se non ci sono più donne nei ruoli di potere.” - ha continuato.

L'ultima, in ordine di tempo, a denunciare il sessismo economico dell’industria del cinema è stata Amanda Seyfried che, in una recente intervista, ha dichiarato di aver avuto uno stipendio pari al 10% di quello del co-protagonista uomo, in un recente blockbuster.

Anche Meryl Streep è una grande sostenitrice dell'emendamento per pari diritti:

“Equo vuol dire equo” - ha detto l'attrice in un’intervista - “e se si parte dall'alto nessuna di queste sciocchezze verrà tollerata”.

Quando le è stato chiesto cosa nella nostra società la irriti, lei ha detto:

“Detesto che noi donne siamo costrette a subire le decisioni degli uomini. Siamo escluse da qualsiasi dibattito.”


Persino gli Oscar sono diventati come le famigerate quote rosa. L’Academy of Motions Pictures (l’organizzazione che assegna il prestigioso Premio Oscar) ha stabilito nuovi criteri per poter concorrere al premio come miglior film, che entreranno in vigore a partire dal 2024. Si dovrà tener conto che almeno uno degli attori protagonisti appartenga a minoranze etniche e che il 30% del cast sia composto da due tra le seguenti categorie: donne, LGBTQ+, minoranze e/o disabili.


La buona notizia è che negli ultimi tempi sono stati compiuti importanti passi avanti, ma è chiaro che ci sia ancora molto da lavorare per sradicare questo fenomeno e garantire equità nei contesti lavorativi e sociali.


Alice Dalessandri, Elisa Ferrigno, Filomena Rocco


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